Foto: Aldo Franzosi per RallyItalia.net

Il WRC sta attraversando tempi difficili. Già da diversi anni ha difficoltà a decollare, con costi enormi e poche adesioni. Con l’imminente minaccia che Hyundai chiuda il programma ufficiale, le cose non si mettono bene per il World Rally Championship. Si è cercato di andare in “pronto-soccorso” attenuando le spese delle Rally1 togliendo l’ibrido e inserendo nuove regole per il 2026.

Tuttavia, qualche nuova regolamentazione non può sanare anni di sbando. Il WRC è un meccanismo che è stato ben oliato ai tempi d’oro, ma che nel tempo non gli è stato fatto il tagliando e ora si rischia che il motore grippi. Ne è la prova anche la mazzata di qualche giorno fa, dove il fornitore unico di carburante P1 Fuels, è andato in amministrazione controllata a causa di problemi economici.

P1 Fuels ha vinto la gara d’appalto indotta dalla FIA nel 2022 per la fornitura di carburante sostenibile nel WRC.

I barili però in questi giorni erano fermi al porto di Mombasa, mettendo a rischio il Safari Rally. La FIA è intervenuta, sanando i debiti doganali e assicurando la fornitura per la corsa in arrivo alla fine del mese. Mohammed Ben Sulayem con il suo team è già al lavoro per trovare un nuovo fornitore, in quanto la stessa P1 Fuels ha dichiarato che: “Non sarà garantita la fornitura.“.

Aramco sei tu?

Sorge spontanea la domanda, in quanto Aramco sta svolgendo un compito importante già alla Dakar. Il produttore di carburante sintetico ed energetico come sappiamo è d’origine saudita. Per la stagione 2025 è entrato il 1° Rally Saudi Arabia. L’Arabia Saudita, sarà la salvezza del WRC?
Ricordiamo che nel 2021 Aramco e P1 Fuels hanno collaborato per lo sviluppo del carburante sintetico, firmando un Memorandum d’Intesa.