Sebastién Loeb come sappiamo è ritirato dal rally-raid più duro al mondo. La Dakar ha da sempre avuto quel gusto dolce-amaro: o la ami o la odi. Spesso i piloti affermano di quanto bramano essere nel deserto a massacrarsi di chilometri, per poi maledirsi proprio durante quegli stessi. E’ forse il caso appunto di Sebastién Loeb che dopo numerosi tentativi, deve rimandare la vittoria della Dakar all’anno prossimo.
Per chi se lo fosse perso, il pluricampione del mondo rally, si è cappottato durante la terza tappa. In fase di recupero dopo una frustrante 48h Chrono, “il cannibale” stava spingendo per recuperare il tempo perduto. Al chilometro dodici, una compressione inaspettata fa balzare per aria il Dacia Sandriders, facendolo cappottare. In poco tempo Sebastién Loeb e Fabian Larquin sono riusciti a riprendere la tappa concludendo con un ritardo di 1h14′. A conti fatti, nulla è perduto.
Purtroppo però, alla sera, è arrivata la notizia che non sarebbe partito per la quarta tappa. Il roll-bar è danneggiato.
“La trovo frustrante e deludente perché, a mio parere, non si basa su argomenti solidi.” Afferma a sangue freddo.
Ricordiamo infatti che per lo stesso motivo, Carlos Sainz è stato escluso dalla corsa così come Laia Sanz. Quest’ultima per una variazione di 2mm sulla struttura del roll-bar.
Poi Sebastién prosegue ai microfoni di Dirtfish: “Il nostro team ha fornito prove per dimostrare che la gabbia di sicurezza era ancora solida e mi fido completamente di loro. […] Per questo motivo lo trovo estremamente frustrante. Certo sono incidenti che capitano alla Dakar, ma abbandonare per questo…è dura accettarlo.”
Sia Loeb che Sainz – in forza dei loro team – hanno affermato che il roll-bar poteva essere riparato, in quanto la gabbia di sicurezza principale non era intaccata. La riparazione sarebbe stata sufficiente per garantire i requisiti minimi richiesti dalla FIA. A questo proposito è intervento Jerome Roussel, responsabile dei rally cross-country della stessa Federazione. Afferma che in realtà la gabbia di sicurezza principale è formata da più parti: quella danneggiata nel caso della Dacia Sandriders era una di queste.
“Se è piegato, il materiale ha iniziato a danneggiarsi. Se avvenisse un altro impatto non sappiamo cosa potrebbe succedere e onestamente non vogliamo saperlo”. Afferma categorico Jerome.
Sarà molto difficile trovare un punto d’incontro con questo tipo di avvenimenti, in quanto le regole FIA al momento sono molto restrittive. Gli stessi delegati sono intransigenti sulla sicurezza. Sebastién Loeb, così come Carlos Sainz, rimane della sua idea. Un ricorso ufficiale da parte di Dacia era stato presentato, ma ritirato prima della partenza della quarta tappa.
Sicuramente la vicenda non finisce qui. Altri fronti polverosi si stanno sollevando a livello organizzativo; ne parleremo nei prossimi giorni.