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Dopo cinque tappe e sei giorni di gara, la Dakar oggi si riposa. Il famoso “rest-day” che negli anni ha visto ogni sfaccettatura di questa gara. Possiamo definirlo il consolatore dei piloti. Sin dall’alba dei tempi, questa giornata non è mai stata effettivamente di riposo; forse per i piloti ufficiali, ma per chi fa tutto da solo è un’opportunità per sistemarsi a puntino il mezzo.

Dakar 1999: un pilota giapponese gira per il bivacco raccogliendo lattine di Coca-Cola vuote. Aveva rotto lo scarico; tagliandole e mettendole insieme con delle fascette metalliche, l’aveva riparato.
Dakar 1996: un equipaggio belga tenta di riparare la sospensione posteriore del proprio Nissan. Trovano una moto-carrozzetta abbandonata e decidono di sventrarla. Si vedrà nei giorni successivi un Nissan Patrol che gira per la sabbia un po’ pendente, ma che finirà la corsa.

Sono solo alcuni esempi di come il tanto agognato giorno di riposo può dare speranza, per terminare la corsa. La Dakar in Africa era durissima, ma David Castera quest’anno non l’ha resa di certo semplice anche in Arabia Saudita. Siamo solo a metà gara e le condizioni dei partecipanti sembrano quelle di chi ha corso una Dakar intera.

PARTENZA CON IL BOTTO

Sembra la Dakar di qualche anno fa. Tante difficoltà iniziali che hanno decimato i partecipanti. La 48h Chrono piazzata alla seconda tappa, ha creato preoccupazione ma anche qualche dibattito.

“La Dakar è dura si sa.”Dice Nani Roma“Ma credo che mettere la 48h [Chrono] già al secondo giorno sia un po’ troppo. I piloti si devono ancora abituare e così è un massacro.”

Effettivamente ci sono stati diversi ritiri, problemi meccanici e tanti altri fatti che normalmente siamo abituati a vedere a metà gara. Allacciato alla tanto temuta tappa, si è concretizzato un fenomeno che era prevedibile. Definita da alcuni piloti “tappa fantoccio” ha giocato un ruolo da “qualifica”. Tanti, tantissimi equipaggi si sono fermati prima dell’arrivo per aumentare il proprio tempo ed evitare di navigare per primi. Nessuno ha spinto realmente: tutti concentrati sul tempo per il giorno successivo.

“La Dakar al momento è un circo e noi siamo i pagliacci.” Afferma sempre Nani Roma, che si dice fortemente contrario a questo modus operandi per la partenza delle speciali. La FIA ha rigettato la proposta avanzata dai piloti per invertire l’ordine di partenza. Cosa che invece ha rielaborato la FIM per le moto e messa in pratica. Non per niente anche Nasser Al-Attiyah si è espresso a riguardo, con un’affermazione provocatoria: “La Dakar così è noiosa.”

Parole forti da un grido da parte di piloti che di deserto ne hanno masticato parecchio, cercando di dare un contributo concreto a questa competizione.

STRATEGIA TOYOTA O DACIA?

Nelle competizioni, la strategia è parte integrante della corsa. Toyota in questa Dakar 2025 ha adottato una strategia completamente diversa rispetto a Dacia e Ford. Il colosso giapponese ha preferito avanzare in gruppo, vincendo e lasciando davanti i propri piloti durante la 48h Chrono. Di prima veduta una soluzione non proprio ideale. Sarebbe stato così, ma chiaramente con l’abbandono di Carlos Sainz prima e Sebastién Loeb dopo, la strada si è concretamente liberata. Il primo di certo non paga pegno per l’inesperienza, ma si sa che il deserto riserva sempre delle sorprese. Il secondo – vedendo anche le dichiarazioni di ieri che trovate qui Dakar 2025 – Loeb: “Potevamo partire. La FIA non è stata giusta.” –  ha lasciato qualche dubbio, ma non siamo noi a poter sapere cosa sia stato corretto oppure no. Sta di fatto che i due top driver hanno dato forfait, lasciando spazio alla concorrenza.

Al netto di tutto, Henk Lategan è là davanti. Comanda, con dieci minuti di vantaggio, amministrando la gara in modo ottimale. Senza nulla togliere al Thierry Neuville dei rally-raid, Yazeed Al-Rajhi che è sempre in lizza per la vittoria, ma che per un motivo o l’altro non riesce mai a posare la corona sulla sua testa. Quest’anno sembra esserci l’opportunità, essendo al secondo posto con il Toyota semi-ufficiale di Overdrive. Yazeed, sarà la volta buona?

M-SPORT. NEL NOME DEL PADRE.

Abbiamo pensato di intitolare così questo paragrafo, prendendo spunto dal nuovo documentario su Gioele Meoni, figlio del grande Fabrizio. Matthew Wilson sta seguendo le orme del padre Malcolm, ma nel deserto. La dedizione di “Zio” Malcolm nei rally è intramontabile, cercando di portare avanti un progetto con tutte le sue forze. E’ forse lo stesso per il figlio Matthew che crede fermamente nel progetto Ranger Raptor T1+. Un’ottimale prestazione al debutto è difficile che si avveri, come spesso accade. Le vetture sono acerbe, hanno bisogno di aggiustamente, aggiornamenti e migliorie. Al momento, di quattro vetture partenti, due sono ancora in gara. Carlos Sainz, cappotta e segna la fine della sua corsa a causa del roll-bar piegato. Nani Roma accusa problemi al motore, che l’hanno afflitto dall’inizio gara. Riprende con “l’experience” ma un frontale (senza conseguenze per gli equipaggi) con Daniel Vitse mette una grossa X rossa.

Mattias Ekstrom e Mitchell Guthrie vengono chiamati a rapporto; coloro che dovevano fare i portant-d’eau (simbolicamente parlando) ora si trovano sulle spalle la responsabilità di portare alto il marchio Ford. L’impresa sta riuscendo decisamente bene, con lo svedese al terzo posto per soli 20’54”. Lo statunitense arrivato dai Challenger, è al momento sesto con meno di un’ora di svantaggio. Due mezzi nei primi dieci non è affatto male.

COME SI METTE ORA?

Nasser Al-Attiyah è l’unico pilota Dacia sopravvissuto. Al momento è quarto con 35′ di svantaggio. Potevano essere venticinque, ma dopo il fatto di ieri, niente da fare. Tutto da ricostruire. Matthieu Serradori fa capolino con il Century CR7 finalmente passato alla trazione integrale, al 7° posto. Le Mini non sono quelli di diversi anni fa. La All4 sta faticando, parecchio. Tra alti e bassi, il migliore al momento è Guerlain Chicherit al decimo posto per 1h38′; colui che eravamo abituati a vederlo saltellante con la BMW X3. E’ chiaro che non sempre va tutto per il verso giusto. Joao Ferreira è subito dietro mentre Guilleme De Mevius ha un mesto ritardo di quasi quattro ore.

Domani si ripartirà al massimo. Letteralmente. 829km totali da percorrere.

CLASSIFICA GENERALE

1 211 TOYOTA GAZOO RACING 28h 10′ 11”
2 201 OVERDRIVE RACING 28h 20′ 28” + 00h 10′ 17” 00h 04′ 00”
3 226 FORD M-SPORT 28h 31′ 05” + 00h 20′ 54”
4 200 THE DACIA SANDRIDERS 28h 45′ 11” + 00h 35′ 00” 00h 16′ 00”
5 203 TOYOTA GAZOO RACING 28h 52′ 06” + 00h 41′ 55”
6 228 FORD M-SPORT 28h 52′ 55” + 00h 42′ 44” 00h 09′ 00”
7 209 CENTURY RACING FACTORY TEAM 28h 56′ 10” + 00h 45′ 59” 00h 03′ 20”
8 216 OVERDRIVE RACING 29h 14′ 58” + 01h 04′ 47” 00h 01′ 30”
9 204 TOYOTA GAZOO RACING 29h 40′ 21” + 01h 30′ 10”
10 202 X-RAID MINI JCW TEAM 29h 48′ 56” + 01h 38′ 45”