Rally Dakar, dove eravamo rimasti?
Il 2025 segna il sesto anno consecutivo che il rally raid correrà in Arabia Saudita. Tutto come da programma visto che l’accordo iniziale prevedeva un contratto pluriennale e a questo punto non sarà difficile prevedere che la Dakar rimarrà su questo territorio per almeno altri quattro anni.
E’ dal 2020 che la Dakar si corre in Arabia Saudita dopo il lungo “stint” fatto in Sud America. Se dovessimo fare un bilancio, possiamo certamente dire che questo nuovo paese ospitante ha ridato un po’ di vero DNA dakariano a questa competizione, che senza nulla togliere all’America, stava diventando più rally e meno dakar.
La prima “edizione araba” è stata appunto quella del 2020, poco prima che scoppiasse l’epidemia Covid. La gara fu subito un bel successo. Il rally tuttavia viene ricordato come uno dei più veloci degli ultimi anni, con tanti tratti a gas spalancato che hanno esaltato molti piloti, e spaventato qualcuno tra i più amatori della competizione.
Il biennio 2020-2021 è un dominio X-Raid che sfrutta le grandi qualità del Mini Buggy. Il vecchio volpone di Sven Quandt capisce come sfruttare al meglio le potenzialità dell’allora regolamento tecnico e mette fra le mani di Carlos Sainz e Stephane Peterhansel due velocissimi buggy motorizzati BMW (twin turbo diesel) preparati dalla sua scuderia che si rivelano semplicemente perfetti. Arriveranno due successi proprio con i due grandi piloti sopracitati.
Dopo i successi di X-Raid però molti puntano il dito contro il regolamento tecnico, che a detta di molti favoriva i buggy. La FIA allora decide di uniformare il più possibile il regolamento e istituisce il gruppo T1+: veicoli simili ai T1, quindi 4×4, ma con gomme più grandi e soprattutto una maggiore escursione delle sospensioni: il tutto tradotto con più potenza e velocità per affrontare il deserto con prestazioni maggiori, e meno rischi di foratura. I buggy resteranno in vita, con qualche cavallo in più per cercare di bilanciare le prestazione con i nuovi T1+, ma i 2RM non riusciranno più a dire la loro per l’assoluta.
Si apre quindi il capitolo Al-Attiyah con il marchio Toyota. Nasser, il re delle dune, insieme a Mathieu Baumel compiono l’impresa vincendo consecutivamente le due Dakar 2022-2023. Saranno due rally più difficili rispetto ai precedenti, più tecnici e con tanta navigazione complicata.
Toyota mette a punto l’Hilux con il nuovo regolamento T1+ e il pick up del marchio giapponese diventa ben presto il riferimento per tutti.
Nel mentre Toyota festeggia i suoi titoli nei rally raid, avanza con tanto scetticismo la “minaccia elettrica” portata avanti da Audi: si tratta del prototipo futurista e alquanto complesso RS Q e-Tron preparato direttamente dalla casa di Ingolstadt per fronteggiare il durissimo rally dalla fama mondiale.
Audi diventa il bersaglio degli haters dell’elettrico: il suo prototipo monta due motori elettrici alimentati da un grosso pacco batteria che tuttavia viene ricaricato da un range extender, che altro non è che il motore 2.0 turbo che veniva utilizzato nel DTM, prima che il programma in pista venisse chiuso. Ufficialmente il range extender sarebbe servito solamente per dare più autonomia alla vettura che ovviamente era impossibilitata a ricaricarsi nel deserto. In realtà, più e più dubbi sono circolati sul motore 2.0 a benzina di Audi che probabilmente ha avuto il suo peso anche sul piano prestazionale della RS Q e-tron.
Le ultime tre edizione, precisamente dal 2022, sono state infuocate tra gli appassionati che si sono divisi tra favorevoli e non sull’elettrico alla Dakar. Gli haters si sono poi fatti sentire ancora più forte quando a seguito di una valutazione sul bilanciamento delle prestazioni dei mezzi, ad Audi era stata aumentata la potenza rispetto alle rivali.
Dopo due anni fallimentari, Audi grazie all’equipaggio Sainz-Cruz è riuscita a imporsi anche alla Dakar con il successo dell’ultima edizione 2024. Una vittoria storica, che tuttavia sa già di passato. Audi infatti deciderà di ritirarsi al termine della corsa, dando il suo addio alla Dakar e ai rally raid dopo poco più di due anni di attività.
Della Audi RS Q e-tron non resta già più nulla. Nessun altro marchio ha provato a ripercorrere la strada dei tedeschi e probabilmente, la vettura preparata dai tecnici e ingegneri di Ingolstadt è destinata a restare un costoso “esperimento tecnologico” che al momento non trova futuro.
Il 2025 segna un nuovo capitolo per la competizione: ci sono infatti i nuovi ingressi di Dacia e Ford, entrambe verso la scelta di due prototipi mossi da motori a combustione interna (alla faccia della visione green), Toyota con il solito Hilux che ormai ha raggiunto il suo limite di sviluppo. E c’è Mini che tramite X-Raid è tornata a portare qualche novità, come il nuovo propulsore benzina turbo di derivazione Alpina, e che con l’ingaggio di due piloti di punta (De Mevius e Chicherit) cercherà di dire nuovamente la sua almeno per il podio.
La sfida sta per iniziare, il rally Dakar 2025 scatterà il 3 di gennaio. Chi si porterà a casa la statuetta del beduino?