Ecco le novità dei due campionati principali, ed abbiamo messo anche il trofeo Rally che è una conseguenza delle titolazioni CIAR.
Il massimo campionato italiano Rally (CIAR) mantiene 7 gare e c’è una sola variazione: bocciato il Rally 1000 Miglia, che scende nel Tir e promosso il Rally del Lazio, che sale dal Tir.
Le gare saranno queste Ciocco, Due Valli, Targa Florio, Piemonte, Roma, Sanremo e Lazio. Gara di riserva il San Martino di Castrozza.
Anche il campionato terra ha un solo cambiamento, esce il Rally delle Marche, ancora da svolgersi, ed entrerà una tappa del mondiale Rally in Sardegna. Le gare resteranno 6: Foligno, val d’Orcia, Adriatico, San Marino, Nuraghi e la tappa WRC del Sardegna.
Le novità maggiori le troviamo nel Tir (trofeo Rally) dove le gare saranno 9 e non 8 come la passata edizione, a meno di cambiamenti. Onestamente è un trofeo che ha poco senso, ci sembra più un voler accontentare gli organizzatori, un calendario sproporzionato, come sempre, all’estremo Nord, con ben 8 gare al di sopra del Po.
Come abbiamo scritto non ci sarà più il Rally del Lazio promosso e arriverà il Mille Miglia, che è stato bocciato. Scompare dai radar e dai calendari anche il Rally della Lana, che la passata edizione non ebbe al via i protagonisti della serie, al suo posto il Rally Valli Ossolane, organizzato sempre da New Turbomark, novità anche per la Coppa Valtellina che entra tra le 9 gare.
Alla fine ci saranno: Marca, Salento, 1000 Miglia, Villa d’Este, S.Martino, Valli Ossolane, Piancavallo, Bassano e Valtellina.
Evidentemente gli organizzatori del Nord Italia, ma al di sotto del Po non sono cosi bravi come i colleghi dell’estremo Nord, eppure abbiamo assistito ad un ottima finale al Rally della Lanterna, con 177 partenti, gara selettiva e ben organizzata al centro di Genova, non in aree industriali. Questo ai vertici Aci Sport non credo interessi, visto che non erano presenti alla gara e alle premiazioni, infatti il Lanterna torna nei ranghi e sarà ancora gara di zona.
Purtroppo le gare non vengono premiate in base all’organizzazione, al numero di iscritti, al successo ottenuto ma piuttosto alle conoscenze, ai santi in paradiso e alle amicizie. Non siamo più negli anni “70 e “80 dove il boom economico c’era per tutti, la politica deve cambiare e adeguarsi ed ispirarsi alla meritocrazia che si ottiene lavorando sodo sul campo gara, altrimenti si avranno sempre meno iscritti e gare organizzate in modo approssimativo, tanto le “conoscenze” te le fa apparire in calendario anche se dovesse essere una gara nuova…..ma questo, per chi conosce i Rally, già lo sapeva.