Foto: Joerg Mitter / Red Bull Content Pool

L’ibrido resta nel WRC anche per il 2025? La decisione verrà presa nel prossimo consiglio FIA a dicembre ma il vento sembra essere decisamente cambiato.

La tecnologia ibrida sta per abbandonare il Mondiale Rally. Almeno nella forma che abbiamo visto sin qui sulle Rally1.

Nessun valore aggiunto alla competizione, nessun nuovo costruttore interessato nonostante la sua introduzione che ha dato un volto leggermente più green (ma solo di facciata in realtà) al WRC. L’unico aspetto positivo dell’introduzione dell’ibrido è stato rendere le Rally1 comunque capaci di prestazioni in linea con le vecchie WRC+ seppur solo in alcuni tipi di rally.

Il tutto però è stato pagato a caro prezzo: l’ibrido ha fatto innalzare i costi per i team ed è proprio questo il nocciolo della questione. I costi di queste Rally1 non si sono dimostrati controllabili: il loro prezzo si aggira infatti sul milione, ma nel frattempo il costo del motore-generatore fornito dalla Compact Dynamics si è alzato a causa degli interventi di manutenzione.

Compact Dymanics ha un contratto valido fino al 2026 per fornire le proprie unità al Mondiale.

Tuttavia da quest’anno (più precisamente da fine estate), il fornitore ha consigliato per ragioni di sicurezza di rimandare indietro le unità ogni qual volta si verifichi una sorta di “errore” dovuto principalmente ad alcuni impatti forti; il tutto viene ripristinato al costo di 50.000 euro a intervento. Questa spesa ha fatto alzare i budget di tutti i team e allo stesso tempo ha fatto storcere il naso a tutto l’ambiente.

La situazione WRC-Ibrido ad oggi sembra chiara: non ci sarà futuro per l’attuale sistema ibrido.

Hyundai e Toyota pensano alla salute del Mondiale e danno priorità ad una visione di lungo termine. L’ introduzione dell’ibrido non ha fornito alcuna garanzia al Mondiale, anzi ha posto più dubbi. La sua rimozione porterebbe sicuramente ad una riduzione dei costi sul lungo termine ma per il 2025 ci sarebbe comunque più lavoro per i team che dovrebbero sobbarcarsi nuove spese per riadattare le vetture senza l’unità ibrida.

 

Serderidis in azione sull Puma “standard” (Jaanus Ree / Red Bull Content Pool)

 

Anche M-Sport inizia a ragionare. L’abbassamento dei costi permetterebbe al team di vendere o far noleggiare più facilmente le proprie Puma Rally1. Basta pensare infatti al loro cliente, il privato Serderidis che nel CER aveva fatto intendere di trovarsi molto più a suo agio sulla Puma Rally1 “standard” priva di tutti i problemi dell’unità ibrida che sull’altra Puma Rally1 Hybrid gli rovinavano il piacere di guida nei week end di gara.

L’ibrido ormai va verso una bocciatura. Non definitiva, ma ad oggi non c’è futuro per una tecnologia del genere nei rally.

I vertici sono già al lavoro per trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti interessate per il prossimo Mondiale. Ora il WRC deve iniziare a pensare alla sua sostenibilità, c’è ancora tempo per una visione green del Mondiale.

Oggi servono certezze e il WRC non può permettersi di sbagliare ancora. Tutto ruoterà attorno al nuovo regolamento  del 2027.