Era il 23 Settembre del 1988 e si disputava la sesta edizione del Rally di Pescara, gara valida per il campionato italiano. Sono 28 le prove speciali con il debutto sulla breve prova di Vicoli (km 4.9), vinta dalla BMW M3 di Zanussi-Amati, che parte con il #1 e che si aggiudica anche le prove successive, fino al prematuro ritiro sulla lunghissima Castel del Monte di 31,55 km, quarta prova speciale della gara. La lotta resta così a due contendenti: Gianfranco Cunico (Ford Sierra Cosworth gr. N) e Nicola Busseni (Mercedes 190 E).
Si arriva alla ripetizione della prova Castel del Monte con Cunico e Busseni appaiati in classifica, il pilota bresciano arriva forte in una curva uscendo di strada in maniera irruenta, abbatte un muretto e finisce la corsa in un prato. Ha inizio una vera e propria odissea per il bresciano Nicola Busseni ed il livornese Daniele Ciocca, suo copilota.
Dopo 32 anni riprendiamo l’argomento, rispolverandolo, sentendo due dei protagonisti, il copilota Daniele ed il soccorritore Bruno Bentivogli, alla fine 4° assoluto ma meritevole di ben altro risultato e riconoscimento.
La parola a Bruno Bentivogli che ci racconta come andò: “Ricordo molto bene l’accaduto, era la prova lunga che affrontavamo per la seconda volta, la prova vicino a Campo Imperatore, io quando guido sono molto attento ai particolari e notai una grossa frenata che non c’era al primo passaggio, il muretto era giù e si vedeva una macchina che “fumava” in mezzo al nulla in un prato. All’esterno Daniele Ciocca che si dimenava chiedendo aiuto. Ci fermammo e la mia navigatrice Ilaria Hedinger, preparò il segnale di soccorso della croce rossa per avvertire chi seguiva. Circa 1,5 km prima c’era un bivio e avevo visto i Carabinieri, vista la brutta situazione (Busseni era esanime e Ciocca in evidente stato confusionale n.d.r.) decisi, con le dovute cautele, di andare ad avvertirli per avere i soccorsi immediati. Lasciai transitare il concorrente successivo, che non si fermò, e mentre Ilaria resta con il segnale dei soccorsi per fermare chi segue io, invece, devo fare un chilometro e mezzo in controprova con tutte le precauzioni. Riesco a giungere al bivio, aspettando a bordo strada le vetture che arrivano in prova…per fortuna la strada era larga e con ampia visibilità. Arrivato all’incrocio avverto i Carabinieri ma loro non hanno la radio, “Non abbiamo niente” e sono li sono per chiudere la strada. Ritorno sul luogo dell’incidente, sperando che vi siano auto ferme e soccorsi in arrivo, invece trovo solo Ilaria e Daniele e nessun equipaggio che si era fermato. Decido di mettere la Sierra per traverso, ostruendo la strada, in modo da fermare la prossima vettura e consentire ai soccorsi d’arrivare. Arriva una VW Golf gr.A, alla guida c’era Tommi Makinen, l’auto, anche grazie ai miei segnali si ferma, una volta visto un varco riparte, sono arrabbiato e con un pugno gli rompo il lunotto posteriore ma il pilota prosegue. Non mi resta che riprendere la prova ed arrivare al fine prova per avvertire del brutto incidente, quando arrivo ed avverto mi rispondono “E’ tutto sotto controllo”, in realtà non lo era. Al Riordino successivo vado dai piloti che mi hanno incrociato in controprova e gli dico “Ma cosa avete in testa, non avete visto un’auto in controprova ed i segnali dei soccorsi?”, qualcuno risponde “Ci sembrava una situazione anomala”. I soccorsi arrivarono dopo 35′.
La prova non fu neanche sospesa e Bruno Bentivogli, che era 4° assoluto scivolo’ nelle retrovie pagando molti minuti di ritardo per l’accaduto:
“Volevo ritirarmi, ero arrabbiato ma alcune persone mi convinsero a proseguire e ad arrivare in fondo. A fine della tappa la direzione gara, addirittura, mi disse “Mi deve spiegare come ha fatto a vedere l’incidente, non c’è frenata”. Addirittura stavo passando dalla parte del colpevole e volevano deferirmi, la frenata era ben evidente ed io deciso a far valere le mie ragioni. Terminata la gara mi regalarono un orologio, per l’occasione risposi “guardate che non mi comperate per un orologio” e a fine anno fui premiato da Autosprint come pilota sportivo dell’anno”.
Daniele Ciocca non ricorda nulla dell’accaduto i suoi ricordi ripartono dall’ospedale ma gli fu raccontato dell’incidente e anche dopo diversi anni si può ritenere fortunato poter raccontare di quell’episodio: “Fu davvero un brutto incidente ed il rammaricò e che nessuno, a parte Bruno Bentivogli, si fermò in quel momento. Busseni si fratturò le gambe ed uscì dalla vettura solo con la forza delle braccia, io inizialmente incosciente. Il punto era veloce, ricordo che in quella prova c’era l’incrocio per Rigopiano, ahimè diventato tristemente famoso qualche anno fa. Nel punto dell’impatto non c’era pubblico e nemmeno commissari e la prova andava sospesa con i soccorsi che furono tardivi. Anni dopo sollevai anche la questione sul fatto che in gravi situazioni la sportività dovrebbe prevalere. Fu particolare che molti anni dopo a Makinen capitò un fatto simile e nessuno si fermò”.
Tommi Makinen non vide l’arrivo, nonostante l’ottima gara, al debutto su asfalto, strappò una ruota e si ritirò. Bruno Bentivogli, grazie anche ad una serie di ritiri rimontò sino al 4° posto, sicuramente sarebbe arrivato più avanti senza i minuti persi in quella prova. Busseni e Ciocca si ristabilirono e continuarono a correre dopo molto tempo. Chissà se i piloti che decisero di proseguire hanno mai ripensato all’episodio ed a parti invertite se si sarebbero arrabbiati per quel comportamento.